Incontri collettivi
I percorsi collettivi, seminari e workshop, vengono spesso proposti nei giorni di luna piena o luna nuova, durante i solstizi e gli equinozi, nelle antiche feste dimenticate… Momenti in cui il lavoro sul proprio stato, individuale e di gruppo, può essere potenziato dal movimento e dalla posizione della luna, del sole e dei pianeti conosciuti e…non.
Il ricavato servirà anche a sostenere e mantenere il progetto YURTE AL CENTRO, nato e gestito in toscana. Un luogo dove le persone possono guarire le proprie voci, aprire il respiro, ascoltare con cura il proprio cammino, proporre i propri percorsi e… raccogliere le olive!
HAKA KA MATE danzare le radici THE BIG MAMA la coppa creativa EGÒ dalla rabbia al sé M’AMA NON M’AMA l’amore allo specchio DIMMI CHE VOCE HAI e scoprirai chi sei THE DREAMERS il respiro dei sogni COROCORO canta che ti passa
"Queste storie non avvennero mai, ma sono sempre." Sallustio
"La Haka è una composizione disciplinata eppure profondamente emozionale. È l'espressione della passione, del vigore e dell'identità di chi la esegue. È, al suo meglio, un messaggio dell'anima." (Alan Armstrong)
A partire da alcuni movimenti di questa danza rituale maori, un incontro di esperienze e visioni, attraverso il corpo, la voce e il respiro. E’ un processo decisamente non intellettuale. Ci si immerge totalmente nella fisicità, ricollegandosi agli impulsi del nucleo e richiamando le proprie radici. Si parla poco, si suda molto e si fanno grandi linguacce ad occhi spalancati. Le mani sul petto, sulle cosce e sulle braccia, come tamburi a far vibrare la pelle, la carne, le ossa, in segno di forza e rinascita della nostra fisicità. Una danza di rinascita. Nella parte finale ci si rilassa profondamente, praticando il respiro in alcune delle sue possibili direzioni. Il respiro spazzante, il respiro di potere, il respiro dei piedi e della colonna vertebrale. Pulire, energizzare, guarire e potenziare. Per chi ha il desiderio di liberare la propria voce e il proprio corpo attraverso movimenti e suoni potenti. Per riappacificarsi col corpo, la terra e il nostro istinto di sopravvivenza. Per ritrovare vitalità o per abbassare lo stato di allerta iperstimolata, che ci costringe spesso a vivere in stato di tensione. Per non allontanare più le paure, per accettarle e amarle fino in fondo, fino a farle scomparire senza lasciare traccia. Per scaricare le energie stagnanti in modo creativo. Il coro ci permetterà di infrangere la barriera del timore e di esprimerci senza limiti mentali.
Ti chiedo se ti è possibile di prepararti con cura. Il percorso sta tanto nel workshop, quanto nel cammino preparatorio.
- studio a memoria di questi versi del canto Ka mate:
Ka mate / Ka mate (E' la morte! E' la morte!) Ka ora / Ka ora (E' la vita! È la vita!) Ka mate / Ka mate (E' la morte E' la morte!) Ka ora / Ka ora (E' la vita! È la vita!) Tē nei tei tangata pūhuruhuru (Questo è l'uomo dai lunghi capelli) Nāna i ti ki mai whakawhiti terā (è colui che ha fatto splendere il sole) Aupane! (ancora uno scalino) Ka upane! (ancora uno scalino) Upane Kaupane (un altro fino su in alto) Whiti terā (il sole splende) Hī! (alzati)
- un disegno del corpo. Leggere più volte il testo, chiudere gli occhi e immaginare il proprio corpo. Dopodiché lasciar libera la mano di agire. Il disegno non deve essere bello ma veritiero e non astratto. Può essere a colori, in bianco e nero, a penna, matita... Così come lo desiderate. Pensare che dovrà essere visto solo da noi aiuta a non cambiarlo per renderlo bello.
- abiti chiari e comodi (meglio se bianchi) più un indumento rosso.
- un sacco a pelo o un paio di coperte se si lavora in sala o in montagna, telo da spiaggia e coperta se si lavora sul mare.
- tisane e squisitezze (!) da condividere durante e a fine lavoro.
Big Mama è una scoperta delicata e profonda. Una danza a spirale verso il femminino sacro che risiede in noi e che attraverso di noi misteriosamente agisce. Nella memoria dell’acqua ascolteremo il grembo, coppa creativa, sede divina dei nostri progetti di vita, dove sbloccare e riattivare le nostre maestrie e la nostra più arcaica e potente creatività. Nel silenzio della notte di luna piena, riapriremo con delicatezza il respiro del ciclo. Ascolteremo il suono del nostro nome, la sua voce, la sua canzone. Lo aiuteremo a ripulirsi nel perdono e nell’amore per la nostra linea femminile. Scioglieremo i nodi antichi e presenti lentamente e delicatamente. Momenti di grande intensità, complicità e protezione, nel cerchio femminile che ritrova la sua voce collettiva, il respiro di gruppo, la natura accogliente. Il cerchio dei respiri e dei canti che spontanei nascono durante questa fase del lavoro, accoglie e ascolta il nostro nome che assume nuovi significati. A volte un nuovo nome fa capolino, prima timidamente e poi con la gioia prorompente di chi rinasce a nuova vita. Ci immergeremo per pochi attimi nell’acqua armonizzata dalle campane tibetane, profumata con olio di nardo, rosa assoluta e cedro. Come petali di rosa leggeri, nell’acqua riattivata alla sua ed alla nostra memoria dal canto, dalle mani. E le mani ci terremo e ci lasceremo abbracciare e accarezzare i capelli, perché saremo al centro di un grande fiume e ci sentiremo a volte, trascinate da correnti molto forti. Ci spoglieremo del superfluo e scenderemo insieme nel lago più profondo, dove ascoltare l’eco rassicurante delle Grande Madre. Dove tutte le donne antiche si ritrovano e raccontano di emozioni da vivere e paure da accogliere e superare. Non saremo mai sole. Per tutte le donne dai 12 anni in su. Per chi vuole scoprire il proprio potere di creazione, guarire una ferita, sbloccare una situazione, ascoltare meglio il proprio ciclo. Ricordare come respirare e cantare insieme sia dono, cura, rinascita.
Ti chiedo se ti è possibile di prepararti con cura. Il percorso sta tanto nell’incontro, quanto nel cammino verso di esso.
- il testo scritto su un foglio, di una canzone che ti appassiona, da dedicare a te stessa, alla tua parte femminile
- le vocali del tuo nome scritte su un foglio, dove scriverai anche le vocali degli altri nomi femminili della tua famiglia. Tutti quelli che ricordi. Compresi quelli delle figure importanti del tuo cammino (maestre, amiche etc…)
- annota su un tuo diario o dove preferisci in che momento del CICLO ti trovi il giorno del seminario
- abiti comodi e leggeri, di colore bianco, più un indumento arancione o rosa da usare anche per il lavoro in acqua
- un cambio di vestiti caldi, un sacchetto adatto a raccogliere i vestiti bagnati
- un accappatoio comodo, un asciugamano per la testa
- petali di rosa freschi o secchi
- una pietra (agata di fuoco, agata muschiata rossa. Se non ce l'hai, senti tu se procurartela per il workshop)
- olio essenziale (arancia dolce, mandarino rosso, lavanda, geranio, neroli. Se non ce l'hai, senti tu se procurartelo per il workshop)
- tisane e squisitezze (!) da condividere durante e a fine lavoro.
Perché in alcune specifiche situazioni e con determinati atteggiamenti o persone ci irritiamo, ci arrabbiamo o diamo in escandescenza? Ci sentiamo meglio o peggio dopo una sfuriata? Qual’è la vera causa della rabbia che esplode o implode? Perché a volte ci vergogniamo di mostrarci per quel che realmente siamo? O facciamo fatica a parlare di noi? O anche, non riusciamo a dire pienamente di sì o di no e ad esprimere ciò che vogliamo veramente?
Alcune delle ferite che abbiamo ricevuto durante la nostra crescita (rifiuto, abbandono, bisogno, umiliazione, tradimento…) possono ancora influenzare il nostro cammino. Rivelandosi negli atteggiamenti, nelle relazioni e a volte anche nelle malattie che si presentano ciclicamente o cronicamente nella nostra vita.
Attraverso un esercizio semplice e divertente, daremo corpo al nostro demone interiore. Lo immagineremo, gli daremo voce per sapere che cosa vuole e lo nutriremo con ciò che desidera. Ci stupiremo di come riesca a cambiare forma. Scopriremo che in ogni demone si nasconde un alleato, che attende solo di farsi conoscere e ascoltare. Troveremo il momento e il modo di offrirgli più ascolto, amore, cura, comprensione, pazienza, spazio, accettazione e consapevolezza dei tempi e dei ritmi.
L’alleato ci ricorderà come si dice “no grazie” o “sì, grazie”. Con rispetto e amore.
Ci farà viaggiare attraverso la flessibilità del perpetuo cambiamento. Ci permetterà di ricominciare a sognare e ci farà sentire che possiamo essere diversi. Ci aiuterà a togliere la maschera, a liberarci e a liberare gli altri.
Ci darà uno slancio verso il volo e il gioco. Ci mostrerà la via per la trasmutazione della rabbia e della vergogna.
Verso l’autorizzazione al sé e alle sue sfaccettature. Verso il nostro compito qui, ora.
Nell’ultima parte dell’incontro lavoreremo sulla meditazione e il respiro praticando la creazione dell’uovo protettivo, per utilizzare al meglio le nostre energie e per non sentirci più scarichi, concludendo con una benedizione delle ferite. Liberando attraverso il respiro l’origine della ferita, l’oggetto della ferita, il testimone della ferita.
Ti chiedo se ti è possibile di prepararti con cura. Il percorso sta tanto nell’incontro, quanto nel cammino verso di esso. Cosa mettere nello zaino:
- un cuscino per far stare comodo il tuo demone. Un cuscino speciale. Del colore che vuoi. Con disegni, ricamato o comprato nuovo per questa esperienza.
- una lettera che scriverai di getto. La lettera può essere per più persone. O per una sola. O anche per te. Nessuno la leggerà tranne te. Non avere preoccupazioni. Sii vero. Sii vera. Trova un luogo dove non sarai disturbato. Scrivi per sfogarti, inserendo anche le cose più brutte. Usa pure un linguaggio di bassa lega. Libera tutto ciò che è rimasto intrappolato dentro e che senti ti faccia arrabbiare o vergognare. Quando hai finito non rileggere.Metti la lettera in una busta e sigillala. Porta la con te e porta altra carta da lettera e una busta.
- un cibo che sia per te una coccola; se possibile cucinato da te. E due ciotole/piatti speciali per la porzione da donare al demone e a te stesso.
- una pietra (occhio di tigre. Se non ce l'hai, senti tu se procurartela per il workshop)
- olio essenziale (limone, finocchio, curcuma, basilico. Se non ce l'hai, senti tu se procurartelo per il workshop)
- consiglio scarpe da ginnastica o scarponcini. Camminate brevi, alla portata di tutti.
- abiti chiari e comodi, molto meglio se bianchi per il lavoro sul demone
- un sacco a pelo o stuoia per il lavoro a terra
- tisane e squisitezze (!) da condividere durante e a fine lavoro
Perché provo empatia o attrazione immediata con una persona appena conosciuta? C'è un motivo per cui mi innamoro sempre dello stesso tipo di persona? E metto in atto sempre lo stesso schema amoroso? E’ possibile che io abbia avuto matrimoni o relazioni con persone che hanno le stesse qualità di uno o di entrambi i miei genitori? E’ amore ciò che provo per il mio partner o
è un incontro che mi permetterà di capire se devo recuperare una parte di me?
Perché vengo costantemente lasciato o ad un certo punto interrompo la relazione?
Cos’è l’amore? E…ci è dato anche solo immaginarlo?
Se immaginiamo che i nostri guai quotidiani possano avere alla loro radice la paura,
possiamo anche immaginare che attiriamo nella nostra vita proprio quello di cui abbiamo più paura.
Paura di un confronto, paura di non essere all'altezza, di essere abbandonati e non amati.
In “amore” ma anche nelle amicizie e nei rapporti di lavoro, è possibile che
attireremo persone che incarnano le caratteristiche che cerchiamo, che abbiamo perso o che ci sono state sottratte.
Ma che ci fanno anche molta paura perché le abbiamo caricate emotivamente.
A volte in maniera negativa.
Attraverso un gioco di specchi e divertenti maschere esploreremo la carica emotiva storica che portiamo con noi.
In un modo del tutto inusuale e decisamente divertente attraverseremo la gelosia, l’offesa, l'ira, la mancanza di disponibilità, il controllo e i vari comportamenti che derivano dalla paura. Ritrovare l’altro per trovare te stesso.
Prendendo coscienza delle situazioni che continuiamo a ricreare possiamo prendere in mano la nostra vita, capendo meglio i nostri incontri passati e la nostra relazione nel presente. Ricominciare a vibrare, in cammino verso l’autoguarigione e l’apertura della porta alchemica del cuore. Il pupazzo Elmo la sa lunga. Ci lasceremo guidare dal suo abbraccio.
Nell’ultima parte dell’incontro lavoreremo sulla compassione, praticando il pensiero senza attaccamento, il sentimento senza distorsioni e l’emozione senza carica. Concludendo con una benedizione delle ferite. Liberando attraverso il respiro l’origine della ferita, l’oggetto della ferita, il testimone della ferita.
Ti chiedo se ti è possibile di prepararti con cura. Il percorso sta tanto nell’incontro, quanto nel cammino verso di esso. Cosa mettere nello zaino:
- la foto di una persona che hai amato e/o da cui sei stato/a amato/a
- uno/due paia di calzini rossi (come il colore del pupazzo Elmo in foto se possibile, o tonalità simili)
- una pietra (agata verde o rosa, giada o quarzo rosa. Se non ce l'hai, senti tu se procurartela per il workshop)
- olio essenziale (cipresso, legno di rosa, rosa di Damasco, melissa o verbena. Se non ce l'hai, senti tu se procurartela per il workshop)
- abiti comodi di colore bianco, più un indumento verde (di tutte le tonalità meglio se color erba)
- due coperte calde e morbide
- tisane e squisitezze (!) da condividere durante e a fine lavoro
Giocare con la voce è il primo intento di questa pratica.
Nasale, orale, soffiata, ingolata, squillante, cavernosa, rauca, strisciata, strisciante, falsettata, a denti stretti, aperta, forte, debole, sottile, di palato duro, di palato molle, di nuca, di testa, di pancia, di piedi…
Quali meccanismi abbiamo saputo e dovuto inventare per "costruire" la nostra voce e quali altre innumerevoli "possibilità di voce" esistono?Esiste un collegamento tra la mia voce e la mia storia passata e futura? E il mio presente?
Queste ed altre preziose domande che nasceranno dall'incontro tra esseri vocali, saranno il punto di partenza di una sperimentazione che ci porterà ad una giocosa performance corale.
Il lavoro avrà un antipasto dedicato all’ascolto e alla riapertura del canale respiro. Respiro liquido e spazzante con individuazione e rilascio dei nodi corporei. Condito con un poco di pulizia energetica e un pò di tecnica che non guasta mai.
Dopodiché con i piedi ben poggiati per terra, fermi o in movimento, parleremo canzoni, poesie, testi che avrete scelto di portare. L'imitazione delle altre voci ci permetterà poi di ascoltare e capire meglio la nostra voce. Sempre meno estranea, comincerà ad uscire in maniera meno artificiosa, ci chiedere meno sforzo ed unita alle altre voci creerà la magia di un ensamble unico e irripetibile.
La voce come un gioco. Se questo gioco ti spaventa è il momento di saltare sul palco senza pensare. Come non esiste lo stonato (sì sì è proprio vero!) così tutti, a tutte le età possono trovare, aprire e gioire con la propria unica, bellissima voce.
Ti chiedo se ti è possibile di prepararti con cura. Il percorso sta tanto nell’incontro, quanto nel cammino verso di esso.
- il testo scritto di una canzone, un testo teatrale, una filastrocca, una poesia o un tuo scritto/canzone che ti appassiona
- abiti comodi e leggeri, di colore bianco, più un indumento blu (tutte le tonalità di blu, azzurro)
- due coperte (o una stuoia e una coperta)
- tisane e squisitezze (!) da condividere durante e a fine lavoro
Sogno o son desto? Esiste una relazione tra i sogni e la realtà? I sogni possono indicarmi la via alla risoluzione di alcuni problemi o domande irrisolte? Esiste una relazione tra respiro e sogni?
Se il respiro non fluisce ci blocca, fino a frammentare i pensieri e a creare paure insidiose per il nostro vivere.
Ci alleneremo ad ascoltarlo, a ritrovarlo e a sbloccarlo sentendolo arrivare in ogni punto del corpo e intuendone l’immenso potere curativo e creativo.
Attraverso esercizi sul "respiro spazzante" apriremo la via al nostro personale respiro.
Il soffio ci accompagnerà nel cerchio vitale che ci permette di entrare e uscire, fluidamente e con sicurezza dai nostri confini.
Assaporando la sensazione di benessere che deriva da un "corpo che respira” ci apriremo all’incontro con l’altro. Le campane tibetane, le voci e i respiri accompagneranno le visualizzazioni che ci prepareranno ad entrare con passo leggero nel mondo dei sogni, i cui frammenti racconteranno storie già accadute e altre che ancora desiderano accadere.
Lasciandoci guidare dal momento, dalle immagini, dai ricordi e dalle nostre voci riceveremo preziosi frammenti del puzzle del sé.
Un'esperienza particolare da vivere come un gioco, dal quale sappiamo che potremo in ogni momento "risvegliarci ". Il "risveglio" da questo tipo di lavoro è caratterizzato generalmente dalla presenza di sentimenti piacevoli e dalla sensazione di aver trovato degli strumenti nuovi per conoscere sé stessi.
Ti chiedo se ti è possibile di prepararti con cura. Il percorso sta tanto nell’incontro, quanto nel cammino verso di esso.
- il disegno fatto da te (o una o più immagini/foto trovate) del sogno o dei frammenti di sogno che ti hanno colpito di più
- il racconto scritto (anche pochi frammenti se non ricordi i sogni) di un tuo sogno recente
- abiti comodi e caldi di colore bianco più un indumento indaco (o simili)
- una frase da ricordare e ripetere ogni tanto prima dell’incontro:
"Possa Io riconoscere i miei sogni e considerarli con piena consapevolezza“ - tisane e squisitezze (!) da condividere durante e a fine lavoro
Il canto costituisce una tra le più diffuse e antiche pratiche spirituali e curative. Viene usato ovunque e in modi completamente differenti, facendosi spesso canale di comunicazione anche tra persone estremamente diverse. Quando cantiamo si apre un dialogo con parti antiche dentro di noi e il corpo diventa uno strumento di connessione con il nostro cuore e quello degli altri. Ci si può connettere con altre dimensioni e con gli spiriti guida. Si tratta di un’esperienza grandiosa di comunicazione che ci onora e ci eleva. Il Corocoro è una speciale occasione per ritrovarsi in questo cerchio. Ancor meglio se davanti o intorno ad un fuoco. E’ un coro che non ha età né credenze di alcun genere. E’ stato, sarà ed è uno spazio aperto a tutti, in cui le persone possano giocare, raccontarsi e condividere. Lavorare e sperimentare sul respiro. Fare domande sulla propria voce e permettersi finalmente di lasciarla uscire insieme a quella degli altri. Un canto Corocoro non cerca di essere intonato o di andare a tempo secondo le convenzioni della musica. Il tutto accade in maniera semplice proprio perché si è molto liberi di improvvisare e di lasciarsi andare insieme al gruppo. Vi saranno momenti in cui i vocalizzi potranno essere percepiti come emissioni strambe o fastidiose. Ma la bellezza di questi incontri è che i momenti si alternano tra silenzio, rumore ed armonia dal quale nasce un ensamble unico e irripetibile. Un momento incredibile durante il quale ci faremo canale consapevole e libero dal giudizio E’ importante ricordare che non impareremo a cantare, perché siamo già in grado di farlo e così accadrà che canteremo sempre meglio... Il corocoro nasce e abita le case di chi ha voglia di cantare. Una persona tira l’altra e il gioco è fatto.
Il Corocoro non è un seminario e quindi non ti chiede una vera preparazione, se non quella di leggere il testo e ascoltare la canzone che viene scelta per l’incontro.
- indossare o portare abiti comodi e personali. Vestiti come avresti sempre voluto vestirti!/li>
- porta con te strumenti e tutto ciò che vuoi far suonare
- tisane e stuzzichini sani da condividere durante il lavoro
- Un pensiero/regalo per l’ospite di casa